Desiderate un Matrimonio Gipsy, ovvero colorato, sfarzoso, pomposo e scintillante. Ma quali sono le caratteristiche di questo singolare rito, decisamente sopra le righe? In quali punti si differenzia, dai nostri matrimoni tradizionali? In questo post vi sveliamo i segreti, le tradizioni e le idee che si celano dietro questa cultura, da cui trarre ispirazione, per organizzare il vostro Matrimonio in stile Gipsy.

Cos’è un Matrimonio Gipsy?

A ognuna di noi sarà capitato, almeno una volta, di vedere una puntata de “Il mio grosso grasso Matrimonio Gipsy”, programma culto, andato in onda su real time, lo scorso anno (ora trovate le puntate su dplay). Per chi non lo sapesse, si trattava di un reality show, in cui la comunità gypsy americana apriva le porte e ci portava con sé, alla scoperta delle sue usanze e tradizioni, soprattutti riguardo la celebrazione dei matrimoni. Qualcuna avrà sorriso nel vedere quanto sfarzo e scintillìo, quanti colori ed eccessi si potevano collezionare, in un unico evento. Eppure, sappiate che, al di là della stravaganza, la tradizione gitana in fatto di matrimoni ha le sue regole molto radicate, da rispettare.

Per qualche ragione, questo tipo di matrimonio e il suo stile, fuori dal comune, stuzzica la vostra curiosità? Se vi è venuta la voglia di replicarlo in qualche idea o ispirazione, noi vi diciamo: perché no? Anche star del calibro di Kate Moss e di Tatiana Santo Domingo sono state contagiate dal fascino gitano, tanto che, per le loro nozze, hanno deciso di celebrare un Matrimonio Gipasy. Seguiteci, per scoprire le profonde radici di questa cultura e, soprattutto, per trarre ispirarazione per le vostre nozze.

La tradizione del Matrimonio Gipsy

“Gypsy”, in inglese, significa “nomade”. In Italia, il corrispettivo di questa parola sarebbe la comunità rom o zingara (mentre in Spagna, potremmo associarli ai gitani).
Quando si parla di Matrimonio Gipsy, si pensa immediatamente a cerimonie kitsch e un po’ sui generis, in cui la superficialità regna sovrana, caratterizzato dallo sfoggio di colori, paillettes e lusso, ma, in realtà, onora delle regole molto rigide. Ad esempio, non è contemplato il sesso prima del matrimonio, motivo per cui i rom si sposano tutti molto giovani, anche a 13 anni. Inoltre, il matrimonio è davvero per sempre: non vi è possibilità di divorzio, né di avere relazioni extraconiugali.

L’abito da sposa in stile Gipsy

Come avrete già capito, il mood del Matrimonio Gipsy è esoso, pomposo, sfarzoso. Tanto colore, tanti lustrini e, nel caso dell’abito da sposa, tantissima stoffa. In un episodio de “Il mio grosso grasso Matrimonio Gipsy” una ragazza è arrivata a indossare un vestito di 93 kg! Quindi, l’abito dev’essere letteralmente monumentale: ampia gonna di tulle, corpetto in pizzo riccamente decorato con perline, maniche a sbuffo e cascate di strass. Non deve mancare, ovviamente, la tiara: giagantesca e super brillante, da vera regina. inoltre, chi l’ha detto che vi dobbiate vestire solo di bianco? Qualsiasi colore è il benvenuto, a patto che sia sgargiante.
Tra i Wedding Brand che hanno proposto questo stile in versione chic e soft, troviamo Atelier Eme e Jenny Peckham, anche se più tendenti al mood Boho chic.

Allo stesso modo, le damigelle e gli invitati non potranno sfigurare: sì, quindi, ad abiti dalle tinte forti. La parola d’ordine è “Osare”! Se, invece, desiderate uno stile più chic, prediligete un abito in pizzo, dalle linee scivolate, sempre riccamente decorato con strass e, per completare il look, indossate sulle spalle il classico scialle con le frange e, in testa, la cuffietta in pizzo macramè, tipica delle donne gitane.
Anche lo sposo seguirà lo stesso mood, la parola “semplice” non è proprio contemplata in questo dizionario.

La location: grande, per fare festa

La location non può essere da meno: niente castelli fatati in questo caso, ma sì a ville in stile moderno, magari con un porticato esterno a colonne, con un grande parco intorno, dove fare festa o sparare dei fuochi d’artificio. Se c’è anche la piscina, tanto meglio: può diventare la ciliegina sulla torta, per il servizio fotografico, nonchè la degna chiusura di un evento straordinario, con un bel tuffo degli sposi a fine serata!

Il ricevimento: no limiti alla fantasia

Per festeggiare, non mettete limiti alla fantasia. Innanzitutto, la sposa deve arrivare al luogo della cerimonia in limousine o su una carrozza trainata dai cavalli, per un’entrata in scena sorprendente. Dopo il rito delle nozze (che nella tradizione rom può essere celebrato secondo la tradizione cattolica o evangelista), si può dare il via alla festa vera e propria, con un banchetto luculliano, degno di un re: tra le molte portate previste, preparatevi a stare seduti per ore e ore! Per decorare i tavoli, prevedete dei centrotavola composti da fiori colorati di stagione e qua e là molti festoni colorati.

Per intrattenere gli ospiti, non può mancare la band o il dj, che suoneranno principalmente brani movimentati, adatti al ballo, singolo o di gruppo, e anche canzoni folkloristiche gitane.
Durante il ricevimento, non possono mancare gli scherzi: per esempio, uno tipico gypsy è il rapimento della sposa. Gli amici dello sposo “rapiscono” la moglie e il marito, se la vuole riavere, deve pagare pegno, ovvero regalare agli amici una cassa di alcolici da condividere in compagnia!
Come bomboniera per gli invitati, prevedete un gingillo in oro, che sia un ciondolo, un portachiavi o anche una candela dorata: i gypsy amano molto dare sfoggio delle proprie ricchezze!

Il viaggio di nozze: esagerato e fuori dall’ordinario

Se il mood del Matrimonio Gipsy è l’esagerazione, allora vi consigliamo di andare a Las Vegas! Culturalmente, questa città è, di certo, molto distante dal mondo rom, ma qui potrete trovare tutto ciò che è fuori dagli schemi, super esagerato e anche un po’ kitsch, oltre a tanto, tanto divertimento! Anche il Casinò di Montecarlo, in costa azzurra, è un’ottima meta per una Luna di Miele fuori dal comune e avvolta da un’aura di lusso. Infine, se volete assaporare un po’ della cultura gitana, fate un giro in Andalusia, tra Granada e Siviglia, le due sedi più importanti della comunità gitana.
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Foto copertina di Anna Shvets