Unirsi in matrimonio comporta anche la scelta del rito per la celebrazione. Rito Ambrosiano o rito Romano? Scopriamo insieme le differenze, tra due modi di celebrare la stessa fede.

Avete deciso di sposarvi in chiesa? Lo sapevate che, nell’ambito della chiesa cattolica, esistono riti diversi? Ebbene sì, per chi non lo sapesse, in Italia è possibile convolare a nozze non solo con il rito Romano, ma anche con il rito Ambrosiano.
Dopo avervi detto quali sono i consigli di Papa Francesco alle coppie, oggi vi spieghiamo le differenze tra questi due riti.

La storia

Anticamente, le maggiori chiese avevano tutte un proprio rito specifico. In seguito, il Concilio di Trento stabilì che rimanessero “in funzione” solo quelli più antichi di almeno duecento anni. Oltre al rito romano, quindi, sopravvissero il rito ambrosiano, il rito mozarabico e il rito di Braga. Con queste poche eccezioni, il rito romano venne esteso all’intera Chiesa latina: perciò è spesso chiamato anche, impropriamente, rito latino.

Nel nostro paese, i riti maggiormente praticati sono il rito ambrosiano e il rito romano: vediamoli insieme!

Rito Romano

Le origini del rito romano

Quello romano, è uno dei riti religiosi più antichi del cristianesimo, utilizzato per unire due sposi in matrimonio. In quanto diretto discendente di quello praticato dalla Chiesa di Roma, il Rito Romano è certamente il maggiore, in termini di diffusione e numero di fedeli. Per questo motivo, si tende spesso erroneamente a considerare quello Romano l’unico rito, dimenticando l’esistenza degli altri.

Le caratteristiche del rito romano

  • Gli sposi sono effettivamente protagonisti, non solo perchè stanno per convolare a nozze. Nel rito romano, gli sposi assolvono il ruolo di ministri della cerimonia, tramite lo scambio delle rispettive promesse davanti a Dio, in cui giurano di amarsi, rispettarsi e prendersi cura l’uno dell’altra, fino alla fine dei loro giorni.
  • Il sacramento (secondo le norme del Concilio di Trento) per essere valido deve essere celebrato davanti a una terza figura, che accerti la veridicità delle volontà degli sposi: il sacerdote. Dopo lo scambio delle fedi nuziali, il celebrante ha il compito di concludere con la tipica frase “vi unisco in matrimonio nel nome del Padre, Figlio e Spirito Santo“, al quale segue il bacio tra gli sposi, finalmente uniti come marito e moglie. La frase in latino: “ego conjungo vos in matrimonio in nomine Patris, Filii et Spiritus Sancti“)
  • Il rito romano, come prassi liturgica nonché giuridica, prevede la presenza di due testimoni, chiamati a firmare il Registro di nozze, per attestare la loro presenza all’unione e la validità della funzione. L’atto sostituisce la necessità di recarsi poi in Municipio, per la registrazione civile.
  • Il rito è abbastanza breve e semplice, solo parlato, senza particolari solennità liturgiche. La Messa in cui è inserito essere più o meno solenne, ma non si discosta particolarmente dalle Messe comuni.

Rito Ambrosiano

Le origini del rito ambrosiano

Il rito ambrosiano è il rito liturgico ufficiale, adottato dalla Chiesa latina, nella maggior parte dell’arcidiocesi di Milano e in alcune zone che ne facevano precedentemente parte.
Questo rito nacque da una fusione tra mondo cattolico e orientale. In origine il rito ambrosiano aveva una diffusione molto vasta, comprendendo tutto il nord d’Italia, fino al sud di Bologna. Nel corso della storia, molte di queste comunità sono poi passate al rito romano.

Caratteristiche

  • Il rito ambrosiano ha due peculiarità: la prima è che Cristo è al centro dell’intera celebrazione, per via della lotta contro l’eresia ariana, al tempo di Ambrogio.
  • La seconda è la vicinanza con le liturgie orientali, prese da Ambrogio stesso, come modello per la Chiesa milanese, sempre e comunque facendo riferimento agli usi della Chiesa di Roma.
  • L‘arcivescovo della Diocesi di Milano è la massima figura di rappresentanza, della liturgia ambrosiana.
  • Musica e canto sono alla base di ogni celebrazione, per la comunità ambrosiana. Durante il matrimonio ambrosiano la musica sottolinea i momenti più salienti della cerimonia, dall’ingresso degli sposi, alla comunione eucaristica.
    Sant’Ambrogio è da sempre ricordato per la sua passione per la musica, passione che lo condusse a comporre molti inni sacri, utilizzati all’interno delle celebrazioni religiose. I canti ambrosiani (seppur modificati, per rimanere al passo coi tempi) rappresentano tutt’oggi il cuore pulsante della celebrazione dei matrimoni.
  • Nella messa c’è anche l’influenza delle preghiere orientali, molto apprezzate da Sant’Ambrogio.

Rito Romano e Ambrosiano: 4 differenze

Le due funzioni non differiscono tantissimo tra di loro, ma presentano alcune caratteristiche proprie, che le contraddistinguono, soprattutto nella cerimonia religiosa. Ecco le 4 differenze principali:

1. La messa

In entrambi i riti, i punti della Messa sono più o meno gli stessi, ma con delle inversioni temporali. Ad esempio, lo scambio del Gesto di pace, nel rito ambrosiano viene fatto prima dell’Offertorio, anziché prima della Comunione, come nel messale romano.

2. Le letture

Un’altra differenza tra i due riti, sta nel numero delle letture. Il libretto per la messa di matrimonio nel rito ambrosiano, a differenza di quello romano, non prevede due letture, ma solo una sola. A questa lettura, si accompagna (in modo facoltativo) il “rituale della velazione“.

3. La Benedizione degli Sposi

La Benedizione degli Sposi, nel rito romano è eseguita dal sacerdote, che cosparge loro la fronte, con acqua santa. Nel rito ambrosiano, dopo la Benedizione degli sposi, i testimoni vengono invitati a compiere la velazione, ovvero a coprire la coppia con un velo, simbolo dell’ascesa dello Spirito Santo su di loro, affinchè li protegga.

4. La musica 

Anche nel rito romano è previsto che la sposa entri in chiesa, accompagnata dalla marcia nuziale sacra, ma nel rito ambrosiano la musica e il canto sono presenti durante tutta la celebrazione, rappresentando un momento di grande religiosità.

Foto copertina di Cleyder Duque