Si fa presto a dire matrimonio. Come già sappiamo, non esiste un unico tipo di matrimonio. La differenza più conosciuta (e praticata) è quella tra civile e religioso, ma se dovessimo dirvi matrimonio morganatico, putativo e concordatario, sapreste indicare la differenza? Vi aiutiamo noi, con un piccolo vademecum.

Quando si parla di matrimonio oggi, si intende perlopiù l’unione consenziente di due persone, che poi si traduce in una festa circondati dagli affetti più cari. Ma sappiamo che il matrimonio è prima di tutto un accordo giuridico e civile, che produce effetti legali, che si ripercuotono poi sui due coniugi e sulla prole. È vero, questo toglie molto della patina romantica, con cui questo evento è stato ammantato negli anni, ma di fatto questo è.

Così come sappiamo che non esiste un unico tipo di matrimonio: la differenza più conosciuta (e praticata) è quella tra civile e religioso, ma se dovessimo dirvi matrimonio morganatico, putativo e concordatario, sapreste indicare la differenza?
Facciamo chiarezza, con nozioni e curiosità, su uno degli eventi più praticati nell’ambito familiare, che per noi rimane sempre però, un’unione speciale e romantica, anche quando si tratta di un secondo matrimonio.

Matrimonio: la definizione

Partiamo dalle basi: cosa significa matrimonio? Stando alla definizione, che riporta l’enciclopedia Treccani, il “matrimònio deriva dal latino matrimonium, derivato di mater-tris «madre», sul modello di patrimonium. Istituto giuridico (o sacramento) mediante cui si dà forma legale (e carattere sacro) all’unione fisica e spirituale dell’uomo (marito) e della donna (moglie), che stabiliscono di vivere in comunità di vita, al fine di fondare la famiglia”.

Un matrimonio, però, sappiamo che può essere valido o nullo, oppure anche omosessuale, ovvero tra due persone dello stesso sesso, così come può essere consumato (mediante rapporti sessuali) oppure in bianco (se di rapporti sessuali non ve ne sono). Gli interrogativi nascono – insieme alla confusione – quando si introducono concetti di matrimonio più complessi, come quello morganatico, putativo o concordatario. Qualcuno di voi saprebbe definirli? Ve li sveliamo noi.

Matrimonio morganatico: cos’è?

Questo tipo di matrimonio ha origini antichissime. In età moderna, fa riferimento a quell’unione di un nobile o un regnante, con una donna di rango inferiore, per tutelare il riconoscimento dei figli. Infatti, precisa che né moglie né prole hanno diritto alla successione dinastica o all’eredità del patrimonio.
Il tutto si spiega, risalendo all’etimologia del termine: l’aggettivo morganatico, infatti, deriva dal tedesco antico “morgangeba”, ovvero “dono del mattino”. Il Morgengabe, infatti, era un istituto dell’antico diritto germanico: il mattino seguente la prima notte di nozze, il marito faceva un dono alla moglie, davanti a tutti i parenti, se (e solo se) la donna era onorabile.
Questo dono sanzionava, così, ufficialmente le nozze. Da questa usanza è derivato, in età feudale, il matrimonio morganatico, in cui il marito, con una donazione in denaro, cui seguiva un patto, regolava i rapporti con la seconda moglie e con gli eventuali figli. A questi ultimi, però, non sarebbe spettato alcun diritto sull’eredità.

Alcuni dei matrimoni morganatici più famosi della Storia

Tra i tanti, quello del Re Sole non ha bisogno di presentazioni. Sapevate che il Re, all’età di 45 anni, stipulò un matrimonio morganatico con Madame de Maintenon? Dopo essere diventata la governante dell’Imperatore, nel 1675 ne divenne anche l’amante e, sebbene non ebbero figli, gli rimase accanto fino alla morte di lui.
Giocando in casa, anche nella casata dei Savoia si ebbe un matrimonio morganatico, quello tra Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana. Nel 1842,Vittorio Emanuele II si sposò con la cugina Maria Adelaide d’Asburgo, dalla quale ebbe 8 figli (ma solo 4 superarono i 3 anni d’età). Vittorio Emanuele II incontrò Rosa Vercellana prima di salire al trono e, da lei, ebbe 2 figli: Vittoria ed Emanuele. L’unione morganatica tra i due si celebrò di fretta, nel 1869, dopo che il re si ammalò e credette di essere in punto di morte.

Matrimonio putativo: cos’è?

Il matrimonio putativo produce tutti gli effetti di un’unione ritenuta valida dalla legge. Questo, fino a che un tribunale non emette una sentenza di nullità. Questo tipo di matrimonio è stato istituito in ambito di diritto canonico, per tutelare la prole, derivante da un’unione del genere. L’articolo del Codice Civile che lo regola è il 128. In parole povere, il matrimonio putativo riguarda chi credeva o supponeva di essere regolarmente sposato, dopo aver contratto l’unione in buona fede, anche se poi questa è stata dichiarata nulla. La condizione di nullità non vale, ovviamente, per la prole. Per la prole, infatti, continua a sussistere la condizione di validità, con tutte le responsabilità che ne conseguono, in capo ai genitori.

Matrimonio concordatario: cos’è?

Il matrimonio concordatario è il più diffuso e praticato, insieme al matrimonio civile. Probabilmente però, la maggior parte delle persone non lo chiamano così. Avete mai assistito a un matrimonio in chiesa, durante il quale, alla fine, il sacerdote dà lettura degli articoli del Codice Civile, riguardanti l’atto di matrimonio? Bene, questo è un matrimonio concordatario.
A seguito del Concordato, stipulato con la Santa Sede nel 1929, lo Stato italiano ha riconosciuto effetti civili al sacramento del matrimonio, regolamentato dal diritto canonico. Questo significa, che il matrimonio con rito religioso, assume effetti giuridicamente rilevanti nell’ordinamento italiano, senza necessariamente dover celebrare due cerimonie diverse.

Esistono, però, 3 requisiti perché ciò avvenga regolarmente:

  1. in primis, il sacerdote deve dare lettura ai nubendi degli articoli del codice civile, relativi a diritti e obblighi dei coniugi;
  2. devono essere redatti due originali, dell’atto di matrimonio;
  3. infine, l’atto di matrimonio deve essere trascritto nei registri dello stato civile.

Foto copertina di Emma Wise